DIAMANTI IGI – GIA – LABORATORY GROWN
I DIAMANTI PRODOTTI IN LABORATORIO SONO DIAMANTI CREATI DALL’UOMO, ACCRESCIUTI IN UN AMBIENTE ARTIFICIALE DI LABORATORIO. SEBBENE IL PROCESSO DI SVILUPPO SIA DIVERSO DA QUELLO CHE SI HA IN NATURA, LA COMPOSIZIONE CHIMICA E LE PROPRIETÀ FISICHE E OTTICHE SONO PRATICAMENTE IDENTICHE. COME IDENTICHE SONO LE LAVORAZIONI, I TAGLI, I COLORI E L’INTERAZIONE CON LA LUCE. Il processo di formazione dei DIAMANTI NATURALI richiede profondità comprese tra i 150 km e i 700km e condizioni geologico-mineralogiche favorevoli alla genesi, sviluppo e risalita dei cristalli. Tutto ciò avviene in tempi estremamente lunghi (miliardi di anni), dalla formazione fino all’estrazione in miniera. I metodi applicati per la produzione di DIAMANTI LABORATORY GROWN (cresciuti in laboratorio) impiegano invece un periodo di tempo di poche settimane. Nonostante il DIAMANTE LAB- GROWN sia un prodotto accresciuto in laboratorio, e differisca per genesi dal DIAMANTE NATURALE, le sue caratteristiche chimico-fisiche sono completamente identiche da quest’ultimo: durezza 10 – densità 3.52 – indice di rifrazione 2.417 – dispersione 0.044
Dai dati sopra riportati si può ribadire, quindi, che le due pietre comparate siano strutturalmente identiche dal punto di vista della composizione chimica e fisica. Pertanto tutti gli istituti gemmologici, dai meno importanti, ai più autorevoli riconosciuti a livello mondiale, usano la stessa terminologia tecnica per entrambe le pietre, in primis lo stesso nome identificativo: “DIAMANTE”, poi per definire le varie caratteristiche indissociabili: COLORE – PUREZZA – GRADO DI TAGLIO (proporzioni) – POLITURA – SIMMETRIA – FLUORESCENZA. Dunque, il DIAMANTE LABORATORY GROWN non è e non rientra tra le imitazioni esistenti del DIAMANTE NATURALE, ma è a tutti gli effetti il suo “diretto corrispondente”.
I processi di produzione dei DIAMANTI LAB-GROWN sono chiamati HpHt e CVD, rispettivamente Alta pressione-Alta temperatura e Deposizione Chimica di Vapore. Il processo HpHt prevede l’inserimento, all’interno di una pressa, di polvere di Carbonio Puro. Per comprendere l’effetto della pressione bisogna immaginare che un aereo di linea poggi tutto il suo peso sul dito di una mano. Il metodo CVD invece prevede la deposizione del Carbonio Puro all’interno di una camera sotto vuoto mediante la combustione, ad altissima temperatura, di una miscela di Idrogeno e Metano. Il Carbonio Puro, strato dopo strato, si va a depositare al di sopra di un cristallo (chiamato in gergo “seme”), creando così una superficie uniforme. Il tempo richiesto per la formazione di materiale grezzo idoneo alla produzione di un diamante tagliato da ct 1,00 è di quattro settimane circa.
DEFINIZIONE DI DIAMANTE NATURALE: il diamante naturale è un minerale composto da un solo elemento, il Carbonio Puro cristallizzato a temperature tra 1500° e 2000° C.
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